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mercoledì 18 maggio 2022

 

All’istituto Toscanini il convegno sulle condizioni della donna in Africa, sul razzismo e disuguaglianze di genere.
Il 13 maggio, gli alunni della secondaria Toscanini hanno vissuto un’esperienza bellissima che non dimenticheranno mai nella loro vita. Essi stessi insieme ai docenti sono stati contemporaneamente organizzatori, protagonisti e fruitori del Convegno “Donna nel mondo” sulla condizione della donna in Africa, sul razzismo e su questioni di genere e disuguaglianza sociale.

Sono stati invitati ospiti illustri, provenienti dall’ambasciata del Mozambico in Italia, e sono intervenute le operatrici del Centro Anti Violenza di Aprilia.

Il Dott. Martinho Mateus da Silva ha esordito con una frase semplicissima “La donna mozambicana e africana è come tutte le altre donne del mondo” ed ha poi introdotto gli argomenti che la Dott.ssa Alcinda da Costa Salvado ha approfondito, coinvolgendo tutta la platea con il suo grande carisma.

Un errore tipico degli occidentali è pensare all’Africa come un unico Paese, mentre si tratta di un Continente di 54 Stati indipendenti con forme di governo e tradizioni culturali differenti, che hanno subito secoli di colonizzazione e ne sono stati influenzati. Uno dei retaggi culturali importati dai paesi dominanti è stata la disparità di genere. Nell’Africa nera, la società precoloniale era di tipo matriarcale, basata sulla centralità delle donne nel regolare il funzionamento generale della società e sulla libertà di uomini e donne senza strutture gerarchiche. Il Mozambico ha subito 470 anni di dominio portoghese, che hanno sradicato dalla memoria questa cultura sostituendola con il patriarcato. Nonostante i grandi passi democratici del Paese, libero dal 1975, che lo pongono ai primi posti nel mondo in quanto a “quote rosa” dal momento che il governo è composto per legge dal 50% di donne, la disuguaglianza di genere e la violenza sulle donne si evidenzia soprattutto nelle zone rurali. Qui esse vivono in famiglie allargate, in cui i figli vengono considerati ricchezza, forza lavoro, e le ragazze restano incinte intorno ai 14 anni, lasciando gli studi. Non esistono piani familiari e sanitari, non viene promosso l’uso di metodi anticoncezionali e oltre alle gravidanze si diffonde l’AIDS che colpisce il 58% della popolazione. Se in una coppia è la donna a rendersi conto per prima di essersene ammalata, viene accusata di stregoneria o considerata adultera e colpevole di aver trasmesso la malattia al marito, cacciata di casa, emarginata, lasciata morire da sola e senza cure.


Fin qui si sono potuto riscontrare differenze con la situazione italiana, ma quando la Dott.ssa Alcinda da Costa Salvado ha parlato delle difficoltà della piccola percentuale di donne (4%) istruita e impiegata in lavori professionali nel raggiungere la parità di tutele sociali, delle tutele legali che le forze dell’ordine tardano o proprio non forniscono alle donne che subiscono violenza in famiglia, molte similitudini si sono evidenziate. Come hanno sottolineato le operatrici del Centro Antiviolenza di Aprilia, la trasversalità della violenza di genere è un problema che investe tutto il mondo e la strada da fare è ancora lunga e necessita di un cambio di prospettiva che affronti strategicamente e prioritariamente le cause piuttosto che le conseguenze di questo fenomeno.

Riconoscere i meccanismi che stanno alla base della violenza e, soprattutto, riconoscere quanto essi siano radicati culturalmente, in ognuno di noi è, infatti, essenziale. Riflettere sugli stereotipi e i pregiudizi che condizionano il nostro comportamento, che spingono alla mancata accettazione di chi è diverso, è fondamentale alla realizzazione di una società che non sia basata sui limiti imposti da una rigida definizione dei ruoli, terreno fertile per comportamenti violenti.


È una scelta etica la predisposizione di percorsi educativi in tal senso e, in questo, il corpo docenti della Secondaria del Toscanini è stato eccezionale. Gli allievi delle classi terze della secondaria hanno affrontato il congresso con grande impegno, preparando col supporto degli insegnanti interventi, studi, produzioni artistiche e monologhi per ridare voce a donne che hanno lottato per affermare i loro diritti: Matilde Serao, Katherine Johnson, Sibilla Aleramo, Alba De Cespedez. Hanno eseguito i loro interventi esprimendosi sia in italiano che in inglese, guidato gli ospiti all’interno della scuola argomentando non solo sulla mostra dedicata al convegno ma anche sulla storia di Arturo Toscanini e dell’istituto. Anche gli alunni delle classi seconde hanno partecipato con un saluto finale costituito da una body percussion sulle note di My Baby Just Cares for Me di Nina Simone.

Questi ragazzi rappresentano la nostra speranza in un mondo più giusto in cui ognuno sia visto come persona, prima di essere considerato per sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, come recita il bellissimo articolo sulla “pari dignità sociale”, l’articolo 3 della nostra Costituzione.

Articolo riprodotto dal sito "ApriliaNews"

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